domenica 22 marzo 2015

Carlo Bo: Scuola Superiore per Mediatori Linguistici

Nel post in cui vi ho parlato della scelta universitaria (Non so quale università scegliere.), vi avevo anticipato che avrei discusso della mia precedente università.

Sono laureata in Scienze della Mediazione Linguistica alla Carlo Bo di Bologna. La Carlo Bo è una Scuola Superiore per Interpreti e Traduttori con sede a Milano, Firenze, Roma, Bari e Bologna. La figura del mediatore linguistico è una figura recente, che riesce a riunire ampie aree di interesse. Gli sbocchi post laurea, infatti, sono numerosi: pubblica amministrazione, impresa, comunicazione, turismo, ecc.
Per essere un’università privata non è per niente costosa, anzi, mette a disposizione degli studenti un sistema di tasse differenziato a seconda della fascia di reddito. Non ci sono libri da acquistare per le materie di base, si lavora sulle fotocopie e con gli strumenti forniti in classe. Per le materie extra i costi dei libri sono veramente minimi. La sede di Bologna è facilissima da raggiungere, si trova a meno di 10 min a piedi dalla stazione dei treni e dalla stazione degli autobus.

Il programma triennale prevede:

I anno:
Laboratorio di lingua inglese I
Elementi di grammatica e strutture linguistiche
Principi della traduzione
Avviamento all'interpretazione
Laboratorio di seconda lingua I
(a scelta tra Francese, Spagnolo e Tedesco)
Elementi di grammatica e strutture linguistiche
Principi della traduzione
Avviamento all'interpretazione

Letteratura italiana contemporanea/Linguistica generale/Organizzazioni internazionali/Teoria e prassi della traduzione e dell'interpretazione di conferenza/Strumenti informatici per la traduzione e l'interpretariato.

II anno:
Laboratorio di lingua inglese II
Elementi di grammatica e strutture linguistiche 
Traduzione - Corso progredito
Interpretazione - Corso progredito
Laboratorio di seconda lingua II
(a scelta tra Francese, Spagnolo e Tedesco)
Elementi di grammatica e strutture linguistiche 
Traduzione - Corso progredito
Interpretazione - Corso progredito

Letteratura e storia della lingua inglese/Letteratura e storia della seconda lingua/Economia politica/Attività formative a scelta.

III anno:
Laboratorio di lingua inglese III 
Terminologie tecniche
Traduzione specialistica
Interpretazione specialistica
Laboratorio di seconda lingua III
(a scelta tra Francese, Spagnolo e Tedesco)

Terminologie tecniche
Traduzione specialistica
Interpretazione specialistica

Psicologia della comunicazione/Attività formative a scelta/Prova finale 
Sarà possibile effettuare dei corsi di lingua extra a pagamento.

Perché ve la consiglio?
È un’università tecnica, basata principalmente sui laboratori di lingua. Fornisce delle basi solide per intraprendere la carriera di interprete e traduttore.

Gli insegnanti sono dei professionisti, lavorano essi stessi come traduttori e interpreti e sono quindi in grado di fornire dei consigli preziosi.

L’ambiente è tranquillo e raccolto. Il numero di studenti per classe non supera le 10/15 persone. Nel mio caso, avendo scelto come seconda lingua il tedesco, eravamo in 2 ragazze.

È quasi impossibile rimanere indietro con gli esami. Gli studenti vengono seguiti passo dopo passo e la presenza obbligatoria è molto rigida. Non sono ammesse numerose assenze.

Io mi sono trovata benissimo e la rifarei altre cento volte (vabbè non esageriamo!). Dico sempre a chi mi chiede delle informazioni riguardo l’università che mi sono sentita seguita come al liceo. Non è il solito ambiente universitario in cui ci si perde, ci si ritrova sommersi dalla burocrazia e senza alcun aiuto. Le lezioni si svolgono dal lunedì al venerdì dalle 8:30 fino alle 17:30. Ovviamente l’orario non è continuato, ma le giornate sono belle lunghe. Questa è la scelta giusta da fare se vi piacciono le lingue, volete avere una preparazione tecnica e specializzata e siete stufi di ore e ore di teoria. È previsto un test di ingresso, sia scritto sia orale, niente di difficile e di insuperabile. Il livello di lingua consigliato deve essere un buon livello. Vengono ammessi anche studenti con una conoscenza base/media della lingua, però in questo caso vengono consigliati dei corsi extra da seguire e una preparazione personale più rigorosa in modo da rimanere al passo con gli altri studenti.

L’unico punto da migliorare e che personalmente inserirei all’interno di un piano di studi perfetto è un programma di informatica più approfondito e su misura per il mondo della traduzione.

Tutte le informazioni necessarie le trovate sul sito www.ssmlcarlobo.it
Vi consiglio di andare all’open day, ma se avete delle domande non esitate a lasciarmi un commento.

Se vi interessa il gossip Neri Marcoré si è laureato proprio alla Carlo Bo di Bologna!

Giulia S.

sabato 14 marzo 2015

Women like horses.

Sono passati pochi giorni dalla festa della donna, di parole e di apprezzamenti ne ho letti tanti in giro per il web. Personalmente non me la sono sentita di fare gli auguri a nessuna, perché non mi è sembrato giusto "festeggiare" sapendo tutte le atroci sofferenze che le donne devono ancora subire nel resto del mondo e non mi riferisco ai semplici problemi tipo chi lava i piatti o chi fa la lavatrice. Sarò pesante, sarà esagerata, ma in quel giorno mi sono sentita presa in giro. Mi è stato detto che bisogna comunque ricordare i successi ottenuti e di cui beneficiamo. Sono d'accordo, ma queste vittorie valgono solo per una parte di noi. E le altre donne? Quelle che vengono sfigurate con l'acido solo perché rifiutano i mariti o le bambine che vengono costrette a sposarsi con i vecchi e scambiate come merce? Non riesco a gioire sapendo tutto questo.
Devo preparare una tesina per l'università e ho trovato un passaggio datato 1898:
The labor of women in the house, certainly, enables men to produce more wealth than they otherwise could; and in this way women are economic factors in society. But so are horses.
The labor of horses enables men to produce more wealth than they otherwise could. The horse is an economic factor in society. But the horse is not economically independent, nor is the woman.
Charlotte Perkins Gilman, Women and Economics 
 
Sono passati più di 100 anni e la situazione è sempre la stessa. Noi donne dobbiamo faticare il triplo per ottenere il minimo. Però la cosa fondamentale è non rimanere vittime di questa mentalità maschilista che purtroppo ci viene inculcata dalla nascita e riproposta in ogni ambito.
Questo è il mio augurio.

Ciao donne.
Giulia S.

lunedì 9 marzo 2015

Come curare l'acne: la mia esperienza.

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L’acne è un’infiammazione della pelle, una malattia provocata dall’aumento dell’attività delle ghiandole sebacee. Colpisce l’80% degli adolescenti, ma può manifestarsi anche dopo la pubertà, tra i 16-17 anni ed esistono forme di acne tardiva che colpiscono soprattutto le donne dopo i 30 anni. Alcune forme di acne possono comparire e scomparire a intervalli, di solito ricompaiono in periodi particolarmente stressanti.

La cosa fondamentale da fare per curare l’acne è risalire alla causa e l’unico modo per farlo è effettuare una visita medica. Il mio consiglio è quello di non prendere il problema sottogamba e di non rimandare a lungo la visita. Appena vi accorgete delle prime infiammazioni prenotate un consulto dal dermatologo, perché per curare l’acne bisogna attendere dei tempi molto lunghi e munirsi di tanta pazienza.

Oggi vi vorrei dare dei semplici consigli, perché se ho scelto di parlare di questo argomento significa che purtroppo l’ho vissuto e lo vivo in prima persona.

Tutto è iniziato all’età di 17 anni, prima non avevo riscontrato nessun problema, la mia pelle era normale e priva di imperfezioni. Col passare dei giorni ho iniziato a notare dei comedoni nella zona intorno al mento e nella parte inferiore delle guance. Non tanti, ma piuttosto fastidiosi. Ci ho messo un po’ prima di decidermi ad andare dal dermatologo. La dottoressa mi ha prescritto una cura antibiotica (non mi ricordo il nome, è passato troppo tempo) da seguire per 3 mesi e una crema da applicare solo sui punti necessari, dicendomi che per la posizione in cui si manifestavano gli sfoghi la causa era uno squilibrio ormonale. La crema mi seccava la pelle, ma questo era un effetto collaterale tipico. Finita la cura la mia pelle ha cominciato a stare meglio e mi sono liberata apparentemente dell’acne fino ai 19 anni.

Comincio l’università, mondo nuovo, situazioni di stress comuni a tutti, mi si ripresenta il problema. Furba come poche penso di autocurarmi e mi “autoprescrivo” la stessa cura antibiotica di tre mesi: questa volta non funziona. Temporeggio, mi dispero, copro con fondotinta per poi decidermi finalmente a prenotare una visita privata, perché con i tempi della mutua avrei dovuto aspettare un anno! Dopo una chiacchierata con la dermatologa, esclusi problemi di alimentazione o ereditari mi annuncia che il problema è di tipo ormonale, però prima di prescrivermi una cura mi chiede di fare delle analisi del sangue specifiche. Faccio le analisi e fortunatamente è tutto apposto, ma comunque la causa è da attribuire agli squilibri ormonali.

Gli androgeni, gli ormoni sessuali maschili, influiscono sulla produzione di sebo provocando l’ispessimento della pelle. Ma spesso il livello di androgeni è normale, è la ghiandola a essere difettosa, cioè molto sensibile allo stimolo degli ormoni maschili. Questo è il mio caso. Ho una forma di acne leggera, non grave, ma il problema è dovuto alla sensibilità recettoriale delle mie ghiandole.

La soluzione? La pillola. Ebbene sì, è stata la mia salvezza. Nel mio caso non ha provocato nessun danno collaterale. Sono tante le leggende relative all’uso della pillola, ma la medicina si evolve e oggi la pillola si rivela essere la soluzione ideale. La mia pelle è guarita definitivamente dopo 8 mesi. Il consiglio che vi ho dato all’inizio è fondamentale, prima iniziate la cura e meno tempo vi richiederà la guarigione.

Ma la mia storia non finisce qua, perché dopo 2 anni ho deciso di smettere e vedere la reazione della mia pelle. Così di testa mia, senza consultare nessuno. Morale della favola? Dopo pochi mesi l’acne è ritornata e più agguerrita di prima. Ripeto la mia forma di acne è leggera, ma questa volta stava superando la metà della guancia. Non avevo tanti brufoli, ma sempre pochi comedoni dolorosi e che andavano via dopo molto tempo. Questa volta (era passato ormai un anno) sono andata dal ginecologo per un’ecografia e mi ha riprescritto la pillola, dicendomi che per almeno 10 anni non avrei dovuto interrompere la cura. Ormai è passato un anno e la mia pelle si sta quasi riprendendo. Questa volta non mi sono bastati gli 8 mesi, ma molto di più. Ma la cosa fondamentale è che la mia pelle sta molto meglio e spero di aver imparato dai miei ripetuti errori.

Oltre alla pillola ho comunque adottato altre accortezze che insieme hanno contribuito alla guarigione della mia pelle. Ho imparato a truccarmi usando i prodotti giusti, a pulire per bene la pelle, a fare maschere e sono passata anche all’ecobio. Ma di questo magari ve ne parlerò in un altro post.

Forse mi sono dilungata troppo, ma ho pensato che raccontando la mia esperienza personale avrei potuto aiutare anche solo una ragazza che si trova ad affrontare il mio stesso problema.

P.s: l’acne non sparisce dopo una gravidanza! Quindi non consigliate di fare figli per questo motivo. :D

Giulia S.

Mappa facciale dell'acne

domenica 1 marzo 2015

Una camicia e via

Buona domenica! Con il solito umore assonnato/annoiato della domenica pomeriggio mi è venuto in mente di parlarvi di un capo comodo, semplice e passepartout: la CAMICIA.

Tutte (mi rivolgo alle donzelle perché per gli uomini è un elemento immancabile) hanno almeno una camicia nell’armadio, di solito si dice che il guardaroba non è completo senza una camicia bianca. Sta bene a tutte, è sportiva e femminile allo stesso tempo. Le camicie sono facili da abbinare, si indossano da sole, chiuse, aperte, con i jeans, le gonne, esistono in vari tessuti, a tinta unita e a fantasia, insomma sono belle in tutte le salse. In primavera sono l’ideale, perché fresche e leggere. Anche le star molto attente alla moda si lasciano paparazzare in camicia. Quindi perché non prendiamo ispirazione da loro?
Queste sono le mie, le indosso sotto alle felpe oppure da sole con jeans o gonne, come vi ho anticipato prima.
Motivi

Alcott

Pull & Bear

Pull & Bear

Stradivarius

Bianca: non mi ricordo :D. L'altra è di Benetton.
Loro le indossano come noi comuni mortali! In giro a fare shopping o addirittura agli eventi.

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E voi quante camicie avete nell'armadio?
Baci.
Giulia S.