venerdì 12 giugno 2015

Ingrid Nilsen (MissGlamorazzi) fa coming out su YouTube.

Stamattina, sfogliando la lista dei video da guardare, ne scelgo uno di Ingrid Nilsen: Something I Want You To Know (Coming Out). All’inizio non mi sono soffermata più di tanto sul titolo. Guardo l’immagine del video e leggo I’M GAY. Incuriosita, premo play e dopo qualche secondo di video rimango incredula e nonostante l’evidente stato di imbarazzo della ragazza, penso sia uno scherzo. Invece non lo era. Una ragazza penso della mia età, famosissima su youtube come MissGlamorazzi ha vissuto fino a questo momento una vita di facciata. È cresciuta mentendo a se stessa e al mondo. Ha costretto se stessa a frequentare dei ragazzi, perché secondo lei questa era la cosa giusta da fare. Il mio stupore nasce dal fatto che questa ragazza colta, famosa, libera di viaggiare e conoscere gente in tutto il mondo, che nei suoi video spinge le donne a essere se stesse in tutte le forme, abbia sempre represso se stessa e la sua vera natura. Guardando il video mi sono commossa e mi ha fatto tenerezza. Sono contenta per lei che si sia finalmente liberata.

Questo suo video potrebbe essere un messaggio positivo. Fingere di essere qualcun’altro per non sentirsi diversi e non deludere gli altri è una scelta sbagliata, che prima o poi verrà comunque fuori. E non mi riferisco soltanto al coming out, ma sono tante le cose che nascondiamo di noi stessi. Allora perché decidere di vivere una vita a metà?


Giulia S.


domenica 26 aprile 2015

Giornata tipo di una youtuber

Sveglia, documentata da foto col capello finto spettinato su instagram o vlog.

Colazione super salutare. Foto su instagram, aggiornamento twitter. Video: My healthy breakfast.

Palestra, yoga o corsa con panorama mozzafiato. Foto post allenamento con faccia arrossata e sudata per testimoniare l’evento.

Video time. Bisognerà prima o poi iniziare a lavorare, no? Si girano i video in cui si infighettano dalla testa ai piedi, però sotto tengono i pantaloni del pigiama per essere easy.

Pranzo. Documentazione fotografica su vari social network e domanda di rito: cosa mangeranno i follower?

Passeggiata nel bosco o giro di shopping in città con caffè di Starbucks che fa figo. Video vlog. Selfie con i fan incontrati per strada.

Editing. Il lavoro prima di tutto, si edita il video e poi lo si mette su youtube. Tweet per annunciare il video ai follower. Foto su instagram dell’anteprima del video.

Cena. Non c’è mai niente nel frigo, quindi si prepara qualcosa di improvvisato. Foto del frigo vuoto su instragram, domanda: cari follower avete dei suggerimenti?

Serata rilassante davanti alla tv a guardare una tv series col pigiamone, copertina a cuori e poi dopo bagno con elevato spreco di acqua e prodotto nuovo di Lush; come abbiamo vissuto prima di Lush?

Buona notte sotto al piumone con tanto di mascherina sugli occhi e cremina mani sul comodino. Ah si, non dimentichiamo il libro appoggiato in modo casual accanto alla crema mani (di cui bisognerà fare la review a breve) per fare scena.

Che giornata faticosa! Mio padre direbbe: che bella vit…si durass!:D

Scherzi a parte seguo tantissimi youtuber e mi diverto anche a prenderli in giro. Senza offesa!
Buona domenica.

Giulia S.

Foto trovata su instagram tempo fa

domenica 22 marzo 2015

Carlo Bo: Scuola Superiore per Mediatori Linguistici

Nel post in cui vi ho parlato della scelta universitaria (Non so quale università scegliere.), vi avevo anticipato che avrei discusso della mia precedente università.

Sono laureata in Scienze della Mediazione Linguistica alla Carlo Bo di Bologna. La Carlo Bo è una Scuola Superiore per Interpreti e Traduttori con sede a Milano, Firenze, Roma, Bari e Bologna. La figura del mediatore linguistico è una figura recente, che riesce a riunire ampie aree di interesse. Gli sbocchi post laurea, infatti, sono numerosi: pubblica amministrazione, impresa, comunicazione, turismo, ecc.
Per essere un’università privata non è per niente costosa, anzi, mette a disposizione degli studenti un sistema di tasse differenziato a seconda della fascia di reddito. Non ci sono libri da acquistare per le materie di base, si lavora sulle fotocopie e con gli strumenti forniti in classe. Per le materie extra i costi dei libri sono veramente minimi. La sede di Bologna è facilissima da raggiungere, si trova a meno di 10 min a piedi dalla stazione dei treni e dalla stazione degli autobus.

Il programma triennale prevede:

I anno:
Laboratorio di lingua inglese I
Elementi di grammatica e strutture linguistiche
Principi della traduzione
Avviamento all'interpretazione
Laboratorio di seconda lingua I
(a scelta tra Francese, Spagnolo e Tedesco)
Elementi di grammatica e strutture linguistiche
Principi della traduzione
Avviamento all'interpretazione

Letteratura italiana contemporanea/Linguistica generale/Organizzazioni internazionali/Teoria e prassi della traduzione e dell'interpretazione di conferenza/Strumenti informatici per la traduzione e l'interpretariato.

II anno:
Laboratorio di lingua inglese II
Elementi di grammatica e strutture linguistiche 
Traduzione - Corso progredito
Interpretazione - Corso progredito
Laboratorio di seconda lingua II
(a scelta tra Francese, Spagnolo e Tedesco)
Elementi di grammatica e strutture linguistiche 
Traduzione - Corso progredito
Interpretazione - Corso progredito

Letteratura e storia della lingua inglese/Letteratura e storia della seconda lingua/Economia politica/Attività formative a scelta.

III anno:
Laboratorio di lingua inglese III 
Terminologie tecniche
Traduzione specialistica
Interpretazione specialistica
Laboratorio di seconda lingua III
(a scelta tra Francese, Spagnolo e Tedesco)

Terminologie tecniche
Traduzione specialistica
Interpretazione specialistica

Psicologia della comunicazione/Attività formative a scelta/Prova finale 
Sarà possibile effettuare dei corsi di lingua extra a pagamento.

Perché ve la consiglio?
È un’università tecnica, basata principalmente sui laboratori di lingua. Fornisce delle basi solide per intraprendere la carriera di interprete e traduttore.

Gli insegnanti sono dei professionisti, lavorano essi stessi come traduttori e interpreti e sono quindi in grado di fornire dei consigli preziosi.

L’ambiente è tranquillo e raccolto. Il numero di studenti per classe non supera le 10/15 persone. Nel mio caso, avendo scelto come seconda lingua il tedesco, eravamo in 2 ragazze.

È quasi impossibile rimanere indietro con gli esami. Gli studenti vengono seguiti passo dopo passo e la presenza obbligatoria è molto rigida. Non sono ammesse numerose assenze.

Io mi sono trovata benissimo e la rifarei altre cento volte (vabbè non esageriamo!). Dico sempre a chi mi chiede delle informazioni riguardo l’università che mi sono sentita seguita come al liceo. Non è il solito ambiente universitario in cui ci si perde, ci si ritrova sommersi dalla burocrazia e senza alcun aiuto. Le lezioni si svolgono dal lunedì al venerdì dalle 8:30 fino alle 17:30. Ovviamente l’orario non è continuato, ma le giornate sono belle lunghe. Questa è la scelta giusta da fare se vi piacciono le lingue, volete avere una preparazione tecnica e specializzata e siete stufi di ore e ore di teoria. È previsto un test di ingresso, sia scritto sia orale, niente di difficile e di insuperabile. Il livello di lingua consigliato deve essere un buon livello. Vengono ammessi anche studenti con una conoscenza base/media della lingua, però in questo caso vengono consigliati dei corsi extra da seguire e una preparazione personale più rigorosa in modo da rimanere al passo con gli altri studenti.

L’unico punto da migliorare e che personalmente inserirei all’interno di un piano di studi perfetto è un programma di informatica più approfondito e su misura per il mondo della traduzione.

Tutte le informazioni necessarie le trovate sul sito www.ssmlcarlobo.it
Vi consiglio di andare all’open day, ma se avete delle domande non esitate a lasciarmi un commento.

Se vi interessa il gossip Neri Marcoré si è laureato proprio alla Carlo Bo di Bologna!

Giulia S.

sabato 14 marzo 2015

Women like horses.

Sono passati pochi giorni dalla festa della donna, di parole e di apprezzamenti ne ho letti tanti in giro per il web. Personalmente non me la sono sentita di fare gli auguri a nessuna, perché non mi è sembrato giusto "festeggiare" sapendo tutte le atroci sofferenze che le donne devono ancora subire nel resto del mondo e non mi riferisco ai semplici problemi tipo chi lava i piatti o chi fa la lavatrice. Sarò pesante, sarà esagerata, ma in quel giorno mi sono sentita presa in giro. Mi è stato detto che bisogna comunque ricordare i successi ottenuti e di cui beneficiamo. Sono d'accordo, ma queste vittorie valgono solo per una parte di noi. E le altre donne? Quelle che vengono sfigurate con l'acido solo perché rifiutano i mariti o le bambine che vengono costrette a sposarsi con i vecchi e scambiate come merce? Non riesco a gioire sapendo tutto questo.
Devo preparare una tesina per l'università e ho trovato un passaggio datato 1898:
The labor of women in the house, certainly, enables men to produce more wealth than they otherwise could; and in this way women are economic factors in society. But so are horses.
The labor of horses enables men to produce more wealth than they otherwise could. The horse is an economic factor in society. But the horse is not economically independent, nor is the woman.
Charlotte Perkins Gilman, Women and Economics 
 
Sono passati più di 100 anni e la situazione è sempre la stessa. Noi donne dobbiamo faticare il triplo per ottenere il minimo. Però la cosa fondamentale è non rimanere vittime di questa mentalità maschilista che purtroppo ci viene inculcata dalla nascita e riproposta in ogni ambito.
Questo è il mio augurio.

Ciao donne.
Giulia S.

lunedì 9 marzo 2015

Come curare l'acne: la mia esperienza.

Google Images
L’acne è un’infiammazione della pelle, una malattia provocata dall’aumento dell’attività delle ghiandole sebacee. Colpisce l’80% degli adolescenti, ma può manifestarsi anche dopo la pubertà, tra i 16-17 anni ed esistono forme di acne tardiva che colpiscono soprattutto le donne dopo i 30 anni. Alcune forme di acne possono comparire e scomparire a intervalli, di solito ricompaiono in periodi particolarmente stressanti.

La cosa fondamentale da fare per curare l’acne è risalire alla causa e l’unico modo per farlo è effettuare una visita medica. Il mio consiglio è quello di non prendere il problema sottogamba e di non rimandare a lungo la visita. Appena vi accorgete delle prime infiammazioni prenotate un consulto dal dermatologo, perché per curare l’acne bisogna attendere dei tempi molto lunghi e munirsi di tanta pazienza.

Oggi vi vorrei dare dei semplici consigli, perché se ho scelto di parlare di questo argomento significa che purtroppo l’ho vissuto e lo vivo in prima persona.

Tutto è iniziato all’età di 17 anni, prima non avevo riscontrato nessun problema, la mia pelle era normale e priva di imperfezioni. Col passare dei giorni ho iniziato a notare dei comedoni nella zona intorno al mento e nella parte inferiore delle guance. Non tanti, ma piuttosto fastidiosi. Ci ho messo un po’ prima di decidermi ad andare dal dermatologo. La dottoressa mi ha prescritto una cura antibiotica (non mi ricordo il nome, è passato troppo tempo) da seguire per 3 mesi e una crema da applicare solo sui punti necessari, dicendomi che per la posizione in cui si manifestavano gli sfoghi la causa era uno squilibrio ormonale. La crema mi seccava la pelle, ma questo era un effetto collaterale tipico. Finita la cura la mia pelle ha cominciato a stare meglio e mi sono liberata apparentemente dell’acne fino ai 19 anni.

Comincio l’università, mondo nuovo, situazioni di stress comuni a tutti, mi si ripresenta il problema. Furba come poche penso di autocurarmi e mi “autoprescrivo” la stessa cura antibiotica di tre mesi: questa volta non funziona. Temporeggio, mi dispero, copro con fondotinta per poi decidermi finalmente a prenotare una visita privata, perché con i tempi della mutua avrei dovuto aspettare un anno! Dopo una chiacchierata con la dermatologa, esclusi problemi di alimentazione o ereditari mi annuncia che il problema è di tipo ormonale, però prima di prescrivermi una cura mi chiede di fare delle analisi del sangue specifiche. Faccio le analisi e fortunatamente è tutto apposto, ma comunque la causa è da attribuire agli squilibri ormonali.

Gli androgeni, gli ormoni sessuali maschili, influiscono sulla produzione di sebo provocando l’ispessimento della pelle. Ma spesso il livello di androgeni è normale, è la ghiandola a essere difettosa, cioè molto sensibile allo stimolo degli ormoni maschili. Questo è il mio caso. Ho una forma di acne leggera, non grave, ma il problema è dovuto alla sensibilità recettoriale delle mie ghiandole.

La soluzione? La pillola. Ebbene sì, è stata la mia salvezza. Nel mio caso non ha provocato nessun danno collaterale. Sono tante le leggende relative all’uso della pillola, ma la medicina si evolve e oggi la pillola si rivela essere la soluzione ideale. La mia pelle è guarita definitivamente dopo 8 mesi. Il consiglio che vi ho dato all’inizio è fondamentale, prima iniziate la cura e meno tempo vi richiederà la guarigione.

Ma la mia storia non finisce qua, perché dopo 2 anni ho deciso di smettere e vedere la reazione della mia pelle. Così di testa mia, senza consultare nessuno. Morale della favola? Dopo pochi mesi l’acne è ritornata e più agguerrita di prima. Ripeto la mia forma di acne è leggera, ma questa volta stava superando la metà della guancia. Non avevo tanti brufoli, ma sempre pochi comedoni dolorosi e che andavano via dopo molto tempo. Questa volta (era passato ormai un anno) sono andata dal ginecologo per un’ecografia e mi ha riprescritto la pillola, dicendomi che per almeno 10 anni non avrei dovuto interrompere la cura. Ormai è passato un anno e la mia pelle si sta quasi riprendendo. Questa volta non mi sono bastati gli 8 mesi, ma molto di più. Ma la cosa fondamentale è che la mia pelle sta molto meglio e spero di aver imparato dai miei ripetuti errori.

Oltre alla pillola ho comunque adottato altre accortezze che insieme hanno contribuito alla guarigione della mia pelle. Ho imparato a truccarmi usando i prodotti giusti, a pulire per bene la pelle, a fare maschere e sono passata anche all’ecobio. Ma di questo magari ve ne parlerò in un altro post.

Forse mi sono dilungata troppo, ma ho pensato che raccontando la mia esperienza personale avrei potuto aiutare anche solo una ragazza che si trova ad affrontare il mio stesso problema.

P.s: l’acne non sparisce dopo una gravidanza! Quindi non consigliate di fare figli per questo motivo. :D

Giulia S.

Mappa facciale dell'acne

domenica 1 marzo 2015

Una camicia e via

Buona domenica! Con il solito umore assonnato/annoiato della domenica pomeriggio mi è venuto in mente di parlarvi di un capo comodo, semplice e passepartout: la CAMICIA.

Tutte (mi rivolgo alle donzelle perché per gli uomini è un elemento immancabile) hanno almeno una camicia nell’armadio, di solito si dice che il guardaroba non è completo senza una camicia bianca. Sta bene a tutte, è sportiva e femminile allo stesso tempo. Le camicie sono facili da abbinare, si indossano da sole, chiuse, aperte, con i jeans, le gonne, esistono in vari tessuti, a tinta unita e a fantasia, insomma sono belle in tutte le salse. In primavera sono l’ideale, perché fresche e leggere. Anche le star molto attente alla moda si lasciano paparazzare in camicia. Quindi perché non prendiamo ispirazione da loro?
Queste sono le mie, le indosso sotto alle felpe oppure da sole con jeans o gonne, come vi ho anticipato prima.
Motivi

Alcott

Pull & Bear

Pull & Bear

Stradivarius

Bianca: non mi ricordo :D. L'altra è di Benetton.
Loro le indossano come noi comuni mortali! In giro a fare shopping o addirittura agli eventi.

Google Images 
Google Images 

Google Images 

Google Images 

Google Images 

Google Images 

Google Images 

Google Images 

Google Images 

Google Images 

Google Images 

E voi quante camicie avete nell'armadio?
Baci.
Giulia S.

domenica 15 febbraio 2015

Sanremo 2015: Insalata mista di vestiti

Quest'anno Sanremo è stato il trionfo della normalità. Niente da ridire. Un Sanremo pieno di colpi di scena ed eccessivo avrebbe fatto a pugni con l'Italia di oggi. La normalità spesso viene sottovalutata e ogni tanto ci sta bene. L'unica nota stonata, anzi stonatissima sono stati i costumisti o "fashion stylist" (ma de chè!!!), li avrei licenziati in tronco. Hanno avuto un anno per prepararsi all'evento e devo dire che si sono impegnati, a fare delle figuracce. Io non uscirei mai di casa con nessuno degli abiti sfoggiati sia dalle "vallette" sia dai cantanti...vediamo:

Google Images 
Google Images

Google Images

Google Images

Google Images

Google Images

Google Images

Google Images

Non hanno saputo valorizzare le fisicità delle 3 ragazze, Emma e Arisa erano troppo goffe, sembravano dei pandoro addobbati a festa. Ma nemmeno Rocio, che sulla carta era quella da calendario, non si è contraddistinta. 

Per non parlare dei cantanti...
Google Images

Google Images

Google Images

Google Images

Google Images

Google Images

Google Images

Google Images

Google Images

Google Images

Non ci siamo per niente!
Speriamo, come sempre, che il prossimo anno ci faccia sognare a occhi aperti!

Giulia S.

Sanremo 2015: Il Volo - Grande amore-





Buongiorno Italia,

auguro a tutti una buona domenica e un risveglio accompagnato dalle note dei vincitori di Sanremo 2015. Finalmente potranno godere del loro successo anche in Italia. Perché si sa, il made in Italy non ha rivali. Ci voleva un po' di leggerezza unita al romanticismo del passato.

In bocca al lupo a questi 3 giovincelli.

In bocca al lupo a tutti voi.

Giulia S.

domenica 8 febbraio 2015

Non so quale università scegliere.

Google Images
Come si fa a scegliere l’università giusta? Beh, non è semplice. Bisognerebbe avere le idee chiare. Purtroppo però anche quando si è certi della scelta da prendere si hanno a disposizione più possibilità e di conseguenza è facile andare in confusione. Queste, secondo me, sono le domande fondamentali sulle quali riflettere:

-Sono sicuro di voler iscrivermi all'università?
-Quali sono le materie che mi interessano di più?
-Che lavoro vorrei fare in futuro?
-Ho scelto un percorso adatto alle figure professionali ricercate dal mercato attuale?

Le risposte a queste domande potrebbero essere contrastanti e quindi sta a noi scegliere a cosa dare la priorità, oppure potremmo trovare la solita via di mezzo.

La prima domanda è quella fondamentale. L’università non è la soluzione più comoda per evitare di lavorare e farsi mantenere a vita dai genitori. La società non ha bisogno solo di medici e avvocati, ma anche di sarti, tecnici, artigiani, cuochi, bidelle, spazzini, ecc. Dobbiamo essere convinti che sia la scelta utile per noi stessi. Non perdiamo tempo.

Scegliere il percorso di studi solo in base al nostro gusto personale potrebbe non rivelarsi la scelta giusta, soprattutto in questo periodo di crisi in cui la percentuale di giovani disoccupati è in continuo aumento.

Se si ha in mente un lavoro ben preciso e quindi un obiettivo da raggiungere bisogna essere bravi a scegliere l’indirizzo giusto e non perdersi in percorsi troppo teorici o al contrario troppo tecnici. Vi faccio un esempio, ho sempre voluto studiare lingue, ho frequentato il liceo linguistico e poi mi sono chiesta cosa avrei voluto fare di preciso? Sicuramente non mi sarebbe piaciuto perdermi in un percorso troppo teorico e fatto di storia e letteratura, non perché disprezzi queste materie, ma perché avrei voluto fare qualcosa di più concreto. Quindi ho scelto l’università per Interpreti e Traduttori, tecnica, specialistica e basata solo sui laboratori di lingua. Non me ne pento. Mi pento invece di essere caduta nella “trappola” della specialistica forzata, perché a detta di tutti 3 anni sono pochi, c’è bisogno di una specialistica per completare il percorso di studi. No, non è vero. Ho scelto Lingue e Letterature Straniere che avevo volutamente evitato per la triennale solo per ampliare il raggio di scelta per una posizione futura. Ma non fa per me. Come pensavo mi ritrovo a studiare letteratura (periodi letterari scelti a caso), storia e a scrivere tesine e fare parziali interminabili che non mi lasciano assolutamente niente di utile. Magari poi vi parlo di entrambe le università in un post diverso.

Il mercato ha bisogno di me? Sarebbe un inferno scegliere l’università solo per assecondare le richieste di mercato. Però i nostri sforzi risulterebbero inutili se il mercato non dovesse aver bisogno di noi.

Quindi a questo punto entra in gioco la via di mezzo, una scelta che ci permetta di soddisfare più possibilità. Non fossilizziamoci su una sola posizione, ma cerchiamo di unire il piacere personale a un percorso che ci permetta di essere flessibili. Non è semplice, lo so bene. Ma bisogna provarci. E se proprio si è indecisi ci si prende una pausa prima di scegliere.

Giulia S.

lunedì 2 febbraio 2015

Parenthood 6 -May God Bless and Keep You Always- (Il finale)



Vi scrivo mentre mi scende una lacrima (ho pianto dal primo all’ultimo minuto) ricordando la scena di Zeek che chiede a Sarah se è stato un buon padre. Che dire di questa stagione? È finita troppo in fretta. Lo so, sono noiosa, ma alla fine di ogni episodio aspettavo con ansia quello successivo. Il capitolo della famiglia Braverman si conclude lasciandoci intravedere degli attimi di vita futura, le famiglie si allargano e gli anziani lasciano spazio alle nuove generazioni.


Per non tediarvi ulteriormente, vi lascio con i commenti che ho pronunciato tra me e me (ebbene si, parlo da sola) durante l’ultimo episodio.

Prima di iniziare ci tengo a specificare che faccio parte del Team Joelia, si sono rimessi insieme quindi tutto il resto non conta. (Sono seria, non ridete!)
Max è uno dei miei personaggi preferiti, perché non capisce le battute!
Sarah, sono inguardabili quei guanti lunghi sul vestito da sposa!
Grande Adam che lascia il lavoro da manager per uno che gli riempie il cuore di gioia.
Vorrei lavorare nella scuola di Kristina, originale.
Il Luncheonette non muore! Che strazio sarebbe stato vedere Crosby senza il suo giocattolo.
Amber torna a vivere dai nonni, si ripete la storia di Sarah. Della serie che idea romantica o nella vita i figli commettono gli errori dei genitori? Chi lo sa.
Max trova la ragazza, si divertirà sicuramente.
2 nuovi piccoli Braverman e 1 in arrivo…no aspetta vedo un’altra bambina…ok smetto di contare... Gli anni passano e la gente si riproduce!
Ho pianto più io per la morte di Zeek che il resto della banda! Ok, sarebbe l’ideale concepire la perdita di un nonno in questo modo, ma non è umanamente possibile.
Ma dai?!? Amber ha come fidanzato/marito l’attore di Hart of Dixie George Tucker (Scott Porter).


Frase più bella di tutta la stagione
, ovviamente quella tra Joel e Julia:

"I don't want to live another day without you, Julia, not another second. So I'm fighting for you and I'm fighting for our marriage". (In fondo, ma molto in fondo, so' romantica!)

nbc.com

nbc.com

nbc.com
nbc.com


(MIO MARITO!) nbc.com


nbc.com


nbc.com
                                     
nbc.com

nbc.com
nbc.com
nbc.com


Well guys…May you stay forever young!
Giulia S.